Da anni, la Consulta delle associazioni di AICA rappresenta un punto fermo nella lotta per la trasparenza e la giustizia nella gestione del servizio idrico integrato nella provincia di Agrigento. Mentre molti comuni della provincia affrontano accuse di inefficienza e malaffare, la Consulta si erge come guardiano del bene pubblico, difendendo i diritti dei cittadini e denunciando irregolarità amministrative.
Un sistema sotto accusa
Recentemente, la Consulta ha preso posizione contro la delibera n. 19 del Consiglio Direttivo dell’ATI, che intendeva riesaminare la possibilità di gestione autonoma per i comuni di Palma di Montechiaro e Camastra. La Consulta, guidata dal presidente Alvise Gangarossa, ha denunciato questa iniziativa come illegittima e in aperto contrasto con le normative vigenti. Non solo: l’ATI avrebbe già rigettato la medesima istanza, non riscontrando i requisiti richiesti dalla legge.
La Consulta ha sottolineato come queste mosse vadano contro gli interessi della collettività, frammentando ulteriormente la gestione del servizio idrico invece di rafforzare l’unicità dell’ambito, come previsto dalla Convenzione stipulata nel 2021 tra l’ATI e AICA.
Denunce documentate e trasparenza
La Consulta di AICA ha dimostrato costanza e determinazione, documentando in modo rigoroso le proprie denunce. Tra le questioni sollevate, emergono:
- La mancata adesione di alcuni comuni alla gestione unica di AICA, che ha causato perdite economiche significative e un danno strutturale al piano economico-finanziario dell’ente.
- La gestione opaca dei fondi per le opere di manutenzione straordinaria, con priorità attribuite in modo discutibile a comuni come Palma di Montechiaro, che non ha ancora ceduto le proprie reti.
- L’assenza di interventi concreti per affrontare fenomeni come i furti d’acqua e l’abusivismo, che continuano a gravare sulle risorse idriche e sui bilanci.
Un appello alle istituzioni
In una lettera del 9 dicembre 2024, indirizzata ai vertici di AICA e a numerose autorità regionali, tra cui l’Assessore Roberto Di Mauro e il Presidente Renato Schifani, la Consulta ha richiesto un’azione urgente per:
- Garantire l’unicità della gestione idrica, evitando concessioni illegittime.
- Assicurare la trasparenza nella gestione economica e nella ripartizione delle risorse.
- Procedere con urgenza alla sostituzione dei misuratori idrometrici e al recupero delle somme dovute dai comuni debitori.
La Consulta, supportata da associazioni locali e nazionali come il Codacons, ha ribadito che la tutela del bene comune deve prevalere su qualsiasi interesse politico o personale.
Il futuro del servizio idrico
La Consulta di AICA rimane l’ultimo baluardo contro il malaffare e l’inefficienza di alcuni sindaci della provincia di Agrigento. In un contesto segnato da accuse di favoritismi e mala gestione, la Consulta continua a promuovere un modello di amministrazione trasparente e rispettoso delle norme.
Se le istituzioni locali e regionali risponderanno con azioni concrete, il sistema idrico integrato potrà finalmente diventare un esempio di gestione virtuosa. Nel frattempo, la Consulta di AICA resta vigile, pronta a denunciare qualsiasi tentativo di abuso e a difendere gli interessi dei cittadini.
NOTA DELLA CONSULTA : lettera presidente soci Aica – Consulta 9-12-24

gerlandobongiorno2@gmail.com
Con la presente, esprimo il mio parere con veemenza, anche se temo che questo testo rimarrà inerte in qualche casella di posta. Ma è urgente che qualcuno parli chiaro: da decenni continuiamo a pontificare sull’acqua, un bene cruciale per l’umanità, eppure ogni nuova amministrazione sembra patologicamente incapace di gestirne le risorse. Ecco la realtà cruda: non piove da mesi e la nostra rete idrica è una vergogna! Di due litri d’acqua distribuiti, uno e mezzo raggiunge a malapena i cittadini, il resto si disperde come lacrime nel vento. Quante risorse sprechiamo ogni giorno a causa di perdite non riparate?
Accanto a casa mia, ho segnalato una perdita evidente. La risposta? “Va bene, ci occupiamo”, ma poi? Nessuna azione, solo parole. Mesi di inazione, migliaia di metri cubi d’acqua persi, e chi paga? Noi, la gente comune, mentre i nostri amministratori si crogiolano nell’indifferenza. E poi ci sono le solite passerelle televisive: il sindaco promette risoluzioni rapide, “quattro settimane”, dice. Sono passati sei mesi, e nulla è cambiato, come se l’estate non fosse mai finita.
Senza acqua nei pozzi, ci voltiamo verso i dissalatori, nonostante l’alto consumo energetico. Questo potrebbe almeno rallentare la desertificazione, ma è sufficiente? A Milano, una squadra ha risolto un danno simile in due ore. Non perché siano più capaci, ma perché a loro importa realmente dell’ambiente. L’ufficio tecnico di Agrigento esiste sulla carta, ma nella pratica? La giunta comunale, sia attuale che passata, è un disastro colossale. Svegliatevi! Non è solo una questione di risorse; è una questione di rispetto per i cittadini e per l’ambiente.
https://reportsicilia.it/lettera-di-un-cittadino-indignato-la-nostra-rete-idrica-una-vergogna-senza-fine/ SPERO SIA SODDISFATTO, CON NOI NON SI SCHERZA……