immagine di fantasia realizzata con l'intelligenza artificialeimmagine di fantasia realizzata con l'intelligenza artificiale

Il 26 novembre 2025 si  ferma la sanità convenzionata in Sicilia, con una protesta che coinvolge anche Agrigento, dove laboratori di analisi, ambulatori specialistici e centri diagnostici aderiscono  allo sciopero indetto dall’Intersindacale regionale: un gesto simbolico ma concreto per denunciare un sistema al collasso.

Agrigento in prima linea: sanità al bivio

La realtà agrigentina ha risposto con forza. Confcommercio Salute, Sanità e Cura Agrigento sostengono  la mobilitazione, sottolineando come il diritto alla cura sia ormai compromesso per molti cittadini. “L’assistenza sanitaria non può venire meno e deve essere garantita a tutti, soprattutto in una società come la nostra, dove molte persone vivono in condizioni economiche difficili – dichiara Antonella Danile, responsabile di Confcommercio Salute, Sanità e Cura Agrigento –. È necessario un cambio di rotta immediato: i cittadini devono essere consapevoli che il diritto alla cura e alla libera scelta del luogo in cui essere assistiti rappresenta un pilastro costituzionale che non può essere in alcun modo compromesso.”, ha dichiarato Antonella Danile, responsabile di Confcommercio Salute, Sanità e Cura Agrigento. La denuncia è netta: le persone più fragili, già messe in difficoltà dalla crisi economica, rischiano di restare senza cure.

Le cause della protesta: una crisi che dura da anni

Tariffe ferme da oltre vent’anni, tetti di spesa bloccati, contratti comunicati con mesi di ritardo: la situazione è diventata insostenibile. Un semplice elettrocardiogramma viene rimborsato appena 11 euro, a fronte dei 39 del pubblico. E il budget si esaurisce entro metà mese, lasciando intere fasce di popolazione senza accesso ai servizi, salvo pagamenti privati.

L’impatto sui cittadini: chi può paga, chi non può rinuncia

Nel giorno dello sciopero ad Agrigento, l’ASP ha predisposto un piano straordinario per limitare i disagi. Ma è solo una toppa temporanea. Per i cittadini, il problema resta: esami rinviati, visite sospese, continuità assistenziale compromessa. Le fasce più deboli – anziani, cronici, persone a basso reddito – pagano il prezzo più alto.

Cosa succede ora: attesa o chiusura?

Le sigle sindacali non escludono nuove mobilitazioni, anche ad oltranza, se dalla Regione non arriveranno risposte concrete. Intanto, ad Agrigento e nel resto dell’isola, resta l’amara consapevolezza che  viene messo in crisi il diritto universale alla salute. Un diritto oggi più fragile che mai.