L'ingresso del nuovo dissalatore

C’è il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, a firma del commissario straordinario per l’emergenza idrica Nicola… Dell’acqua. Nell’ambito della cosiddetta attuazione del programma di sviluppo di lungo periodo dei dissalatori realizzati nei mesi scorsi tra Gela, Trapani e Porto Empedocle si conferma che quello empedoclino rimarrà dov’è. Altro che provvisorio, anzi, è destinato a essere potenziato. Il decreto è chiaro: “Conferma dell’impianto di Porto Empedocle con portata di 96 l/s, integrato da un modulo aggiuntivo da 24 l/s e dalla realizzazione di una vasca di accumulo di circa 3.500 mc, per garantire continuità di servizio anche in caso di guasti o manutenzioni, migliorando la resilienza del sistema, oltre la realizzazione delle eventuali opere di mitigazione e compensazione”. Il tutto al modico prezzo di 6.421.667 euro (lavori complementari, spese tecniche relative alla progettazione, direzione lavori, collaudo, etc). Ma cè di più. Nel corso della seduta della Cabina di regia regionale del 25 agosto scorso era stata avviata una riflessione in ordine alla realizzazione dell’impianto fisso nella zona ASI di Porto Empedocle, alla luce delle considerazioni esposte legate sia alle economie di scala, sia alla pianificazione strategica della risorsa idrica a livello di sovrambito. Viste le stime progettuali elaborate dal soggetto attuatore, Siciliacque S.p.A., per l’attuazione del piano legato alla creazione degli impianti di dissalazione nel lungo periodo confermano un costo di circa euro 45 milioni per la realizzazione di un impianto fisso da 200 l/s a Porto Empedocle, tenendo conto delle specifiche tecniche, delle esigenze impiantistiche e delle condizioni logistiche del sito”.

Gigantesca operazione finanziaria, su un’emergenza che non c’è

E ancora: “Considerato che il sito individuato per la realizzazione dell’impianto fisso nella zona ASI di Porto Empedocle presenta criticità rilevanti che incidono sulla fattibilità tecnica e sui tempi di realizzazione, in particolare in relazione alla conformazione batimetrica e morfologica del fondale marino che rende complessa la progettazione e l’esecuzione dell’opera di presa dell’acqua di mare, richiedendo pertanto soluzioni ingegneristiche avanzate e costose, che la presenza di pendenze contenziose relative al sedime e agli asset da bonificare, potrebbero determinare ritardi significativi e ulteriori oneri procedurali; considerato che l’impianto di dissalazione containerizzato sito nel comune di Porto Empedocle, proprio per la particolare tipologia di presa a mare, risulta il più efficiente in termini di qualità dell’acqua di mare prelevata“, è stato certificato l’addio definitivo al possibile ripristino della dissalazione in area Asi, dove “troneggia” il cimitero di quelli in uso negli anni 90 e una ventina di anni fa. Come dire, i governi nazionale, regionale e Siciliacque vanno avanti come treni, senza dare peso alle denunce non solo a mezzo stampa del comitato Mare nostrum di Porto Empedocle. A Roma e Palermo avrebbero però fatto più figura a manifestare le loro intenzioni da subito, senza prendersi gioco della credulità popolare, parlando di intervento emergenziale. Una emergenza che di fatto non c’è, dato che l’acqua c’è ma si perde per strada lungo le condotte fatiscenti. Una gigantesca opera di ingegneria anche finanziaria, con milioni di euro pubblici spesi per un intervento sul quale anche la Corte dei Conti ha espresso e scritto le proprie perplessità. 

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