Sono arrivati i soldi, 400 mila euro belli freschi e infiocchettati in clima natalizio, sborsati come da programma dal Ministero della Cultura per rimpinguare il  Fondo di Gestione della Fondazione “Agrigento 2025”. Si tratta della seconda “rata” sganciata da Roma verso il discusso (dalla Corte dei Conti soprattutto) evento che dallo scorso gennaio sta ponendo la città dei Templi al cospetto dell’attenzione nazionale. Questi 400.000 euro sono dunque il secondo acconto del Contributo del Ministero della Cultura a seguito di rendicontazione delle spese legate alle attività e ai progetti previsti per la celebrazione di Capitale Italiana della Cultura 2025. I soldi transitano dal Comune e quindi al Fondo di Gestione della Fondazione “Agrigento 2025”, a seguito di rendicontazione delle spese legate alle attività e ai progetti previsti per la celebrazione dell’evento ormai agli sgoccioli. Tali somme sono state inserite sul capitolo 5139 del bilancio comunale  n°353 del 31/12/2024. Dunque, del milione inizialmente programmato per Agrigento, restano “solo” altri 200 mila euro che verranno verosimilmente erogati ai primi del prossimo mese, a chiusura del piano economico di base.

Negli ultimi 2 mesi tutti sono stati accontentati, a destra e sinistra

Con questa seconda rata di 400 mila euro la Fondazione potrà dunque proseguire le proprie attività, andando a onorare i molti impegni presi, soprattutto nel corso degli ultimi mesi, per cercare di recuperare il mostruoso tempo perso da gennaio 2024 alla scorsa estate almeno. Dieci mesi sostanzialmente volati via senza incidere sul territorio, tra eventi economicamente utili solo a quei pochi privilegiati inseriti nel progetto, ma totalmente sganciati da una realtà, quella agrigentina, che nulla ha ottenuto da un evento che avrebbe dovuto e potuto cambiare in meglio il volto della città. Al netto delle polemiche e degli strafalcioni amplificati dai media nazionali. I turisti sono venuti come sempre, da sempre, per vedere Agrigento e le sue bellezze, indipendentemente dal titolo di Capitale della cultura. Dallo scorso ottobre è un tumulto di piccoli e medi eventi culturali, mostre per pochi intimi e altre iniziative non certo di livello nazionale. A essere state coinvolte sono state associazioni culturali (alcune nate pochi mesi fa) di orientamento politico bipartisan, tanto per non scontentare nessuno e attenuare la vis polemica anche dei più critici. Specie a sinistra che, non a caso, su Capitale della Cultura non interviene come prima. A destra sono tutti felici e contenti. Il tempo dei bilanci è ormai dietro l’angolo, in attesa di conoscere le valutazioni della Corte dei Conti che molti dubbi ha mosso, soprattutto sulla prima fase della gestione dell’evento, da parte di Fondazione e Comune. 

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