Inizieranno domani i lavori di posa dei circa 700 metri di tubo che “sparerà” al largo la salamoia prodotta dal nuovo dissalatore montato la scorsa estate tra la Capitaneria e la centrale Enel di Porto Empedocle. Lo si apprende per vie “traverse”, dato che la Società Palumbarus SRL, con l’ausilio di imbarcazioni uso conto proprio “Mare Omnia” iscritto al n. 462 di Gela, “Mamma Ilona” iscritto al n. 3514 di Chioggia e/o “Grancevola Rossa” iscritto al n. 2587 di Arbatax, e n. 6 OTS, effettuerà, nel periodo compreso tra domani al 30 gennaio 2026, l’attività di supporto per il varo e la posa in opera della condotta. Una condotta di allontanamento della salamoia prodotta dall’impianto di dissalazione di acqua di mare, in località la Spiaggetta e, in particolare, nel tratto di mare antistante un luogo turisticamente di grande valore e sul quale tante polemiche sono sorte nelle scorse settimane. Da qualche tempo il tamtam mediatico si è sostanzialmente attenuato, dato che l’impianto continua a lavorare sia pure a scartamento spesso ridotto e che il Comune di Porto Empedocle pare abbia ottenuto un quantitativo di acqua dissalata maggiore, rispetto a quello che aveva iniziato ad avere nelle prime fasi di funzionamento dell’impianto. La faccenda della tubatura per la salamoia aveva tenuto banco molto nelle scorse settimane, dato che l’obiettivo di tutte le associazioni ambientaliste della zona era focalizzato appunto sull’impatto che tale sostanza possa avere sull’ecosistema della zona marina e sulla spiaggia.

Doveva essere provvisorio …

Il pericolo di vedere “spalmata” la salamoia direttamente a pochi metri dalla battigia è scongiurato, dato che la lunghezza di circa 700 metri dalla spiaggia dovrebbe garantire un maggiore raggio di espansione della sostanza in alto mare. Ma anche in questo caso i dubbi non sono azzerati, dato che le correnti potrebbero spingere lo stesso la sostanza sull’arenile. E comunque, le specie marine non saranno certamente felici nel vedere il mare “arricchito” da una sostanza prodotta artificialmente da un impianto che, messo dove è stato messo, non piace a nessuno. Forse solo alla centrale Enel. Associazioni come Mare Nostrum da sempre sollecitano gli organi competenti a spostare un impianto che era stato presentato come provvisorio, nella zona Asi, dove sorge il “cimitero” dei dissalatori degli scorsi decenni, abbandonati e depredati dai ladri di metallo. Il nuovo dissalatore invece di essere trasferito come promesso, rimane a Porto Empedocle e servirà la zona in questione per chissà quanti anni. Bene, soprattutto quando entrerà a regime anche se si dovrà valutare nei prossimo due anni quale sarà l’impatto nelle bollette destinate agli utenti di un acqua che, di certo, costerà di più, grazie alla dissalazione. Nel frattempo, spazio ai lavori per il lungo “pennello” da posizionare sul fondale marino per circa 700 metri. Confidando che tutto si svolga per il meglio.