L’AICA – Azienda Idrica Comuni Agrigentini si trova, di fatto, da oltre quindici mesi priva del Collegio dei Revisori dei Conti, l’organo deputato per legge e statuto al controllo della regolarità contabile, amministrativa ed economico-finanziaria dell’azienda. Una circostanza di estrema gravità istituzionale che pone interrogativi pesantissimi sulla gestione complessiva del servizio idrico in provincia di Agrigento.

Gli avvisi andati deserti

Con avviso pubblico del 5 dicembre 2025, AICA ha avviato la procedura per la nomina del Collegio dei Revisori dei Conti per il triennio 2025-2027, come previsto dall’art. 28 dello Statuto aziendale

Avviso pubblico per la nomina del collegio dei Revisori dei conti triennio 2025 – 2027

Tuttavia, nessun professionista ha manifestato interesse entro i termini previsti.

Di fronte a questo dato allarmante, il 23 dicembre 2025 AICA è stata costretta a riaprire i termini, reiterando l’avviso con nuova scadenza fissata al 12 gennaio 2026, mantenendo invariati requisiti, modalità e condizioni

Avviso riapertura termini rinnovo Collegio dei Revisori 23.12.2025

Un fatto che, già di per sé, fotografa la difficoltà – o la riluttanza – dei professionisti ad assumersi un incarico definito dallo stesso ente come gravoso e di elevata responsabilità.

Un vuoto di controllo dal 23 settembre 2024

Il precedente Collegio dei Revisori, nominato il 24 settembre 2021, è giunto a naturale scadenza il 23 settembre 2024, dopo aver regolarmente relazionato sui bilanci 2021, 2022 e 2023.
Da quella data, AICA risulta priva di qualsiasi organo di revisione e vigilanza, nonostante la normativa imponga verifiche almeno trimestrali su contabilità, gestione finanziaria, rispetto delle leggi e correttezza amministrativa.

In sostanza, per oltre un anno l’azienda ha operato senza controlli di legge.

I bilanci fantasma

Le conseguenze sono pesantissime. In assenza del Collegio dei Revisori:

  • Il Bilancio consuntivo 2024, che doveva essere presentato e approvato entro il 30 aprile 2025, non risulta ad oggi disponibile né approvato;

  • Il Bilancio di previsione 2025, da approvare entro il 31 ottobre 2024, risulta anch’esso mancante;

  • Il Bilancio di previsione 2026, che doveva essere approvato entro il 31 ottobre 2025, segue la stessa sorte.

Adempimenti che competono al Direttore Generale, al Consiglio di Amministrazione e soprattutto ai Sindaci dei Comuni soci di AICA, chiamati a esercitare il controllo analogo su un’azienda pubblica che gestisce un servizio essenziale come l’acqua.

Perché il Collegio dei Revisori è centrale

Il Collegio dei Revisori non è un organo “formale”. È, invece, uno snodo cruciale di legalità. I suoi compiti includono:

  • revisione dei bilanci;

  • vigilanza sulla regolarità contabile e amministrativa;

  • controllo sulla gestione economico-finanziaria;

  • verifica del rispetto delle leggi, dello statuto e dei principi di corretta amministrazione;

  • segnalazione di irregolarità agli organi competenti.

In presenza di violazioni o segnali di crisi, i Revisori hanno l’obbligo giuridico di intervenire, fino ad arrivare a segnalazioni al Tribunale Civile, alle autorità regionali, ai Comuni soci e agli organismi previsti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII).

I poteri di segnalazione e le responsabilità

Il Collegio può eccepire e segnalare:

  • violazioni normative e irregolarità contabili;

  • segnali di crisi o insolvenza (art. 25-octies CCII);

  • false rappresentazioni dei dati economico-finanziari;

  • appropriazioni indebite o fatti penalmente rilevanti.

In caso di inerzia degli amministratori, la legge impone ai Revisori la segnalazione alle autorità giudiziarie.
Allo stesso tempo, i Revisori rispondono personalmente – anche ai sensi dell’art. 2407 c.c. – se omettono la vigilanza o non segnalano tempestivamente i rischi.

Un’azienda senza controlli è un’anomalia democratica

Il quadro che emerge è quello di un’azienda pubblica essenziale, condotta senza un presidio di legalità, con ruoli confusi, adempimenti disattesi e bilanci non verificati. Una condizione che espone AICA, i Comuni soci e i cittadini a rischi economici, patrimoniali e giudiziari enormi.

La reiterazione dell’avviso per i Revisori non basta più. La domanda è ormai politica e istituzionale:
com’è stato possibile tollerare per oltre un anno un vuoto di controllo così grave in un ente che gestisce il servizio idrico di un’intera provincia?

Una domanda alla quale dovranno rispondere non solo AICA, ma anche i Sindaci soci, l’ATI Idrico e la Regione Siciliana.

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