Si può condurre una campagna elettorale, coinvolgere persone nelle liste, fare promesse di ogni genere, guidati da leader sotto inchiesta per presunti intrallazzi nei lavori pubblici? Si possono riproporre vecchi schemi clientelari da parte di coloro i quali “governano” un Comune reduce dagli arresti (e dalla condanna) del suo principale burocrate, messo lì dagli ultimi due sindaci? Ad Agrigento evidentemente può accadere questo e altro. E visto quello che si respira nelle vie, visti i “rumors” che escono dalle segrete stanze del potere in carica e di chi aspira a rimanerci, il trend pare sia duro a estinguersi. Quello che lascia sgomenti è che i sospetti, le critiche, gli attacchi, le offese di una parte dell’opinione pubblica (quella vicina ai leader in sella) non siano rivolti a coloro i quali cercano di mantenere lo status quo, nonostante le indagini, le ombre, le manette scattate nei mesi scorsi. Costoro, “armano” i loro giannizzeri contro quelli che le vergogne, gli scandali, le inefficienze, le denunciano, le segnalano, le raccontano a una popolazione sedata dal bisogno. Perchè ad Agrigento i cialtroni, (ai quali magari ridare il voto) non sono quelli che lasciano la gente senz’acqua apposta. Non sono quelli che decidono chi deve lavorare e chi no. Non sono quelli che decidono quale bancarella deve essere montata al Viale e quale no. Non sono quelli che autorizzano la devastazione della villa del sole con annessa speculazione edilizia. Non sono quelli che non sanno asfaltare le strade, evitando anche il consumarsi di tragedie. I cialtroni sono quelli che queste nefandezze le raccontano e magari sperano di fermarle, proponendo alternative serie e fattibili.
Il ruolo della stampa in una città condizionata dal bisogno
Report Sicilia in questi mesi ha raccontato di tutto e di più su Agrigento e dintorni, le cronache hanno fornito tanto materiale, ma siamo andati oltre, scavando dove tutti gli altri non scavano. Solo un cieco o un colluso con i potentati che dominano questa città, spolpando un osso ormai sottilissimo, difende gli indifendibili. Saranno, i prossimi 5, mesi pesantissimi. Mesi in cui raccontare questa città sarà ancora più difficile, perchè a ogni testimonianza del degrado seguirà la difesa del giannizzero di turno, di quello che aspetta la “polpetta” più o meno grossa dal politico, più o meno indagato di turno. Perchè nella capitale italiana della cultura quello da difendere e, magari votare, è quello furbo. Quello che decide chi deve lavorare e chi no, quando e dove deve essere erogata l’acqua, quello che decide chi deve candidarsi e chi no, anche se la Procura della Repubblica lo indaga.


