Agrigento figura tra le città italiane di medie dimensioni più colpite dagli eventi climatici estremi negli ultimi undici anni, con 28 episodi riconosciuti dal rapporto Legambiente “CittàClima”.

La cronaca e l’analisi scientifica certificano una crescita di rischi idrogeologici locali, una gestione frammentaria dell’adattamento e scarsa effettività delle strategie preventive rispetto ad allagamenti e dissesto.​

Situazione idrogeologica e clima

A fotografare la situazione è il rapporto Legambiente, in collaborazione con il Gruppo Unipol, intitolato “CittàClima. Speciale governance per l’adattamento al clima delle aree urbane”.Agrigento compare tra le prime città italiane di fascia media (50.000-150.000 abitanti) per eventi meteo estremi registrati nel periodo 2015-settembre 2025, totalizzando 28 eventi. Secondo il report Legambiente,  in fatti abbiamo Agrigento con 28 eventi, Ancona 14, Fiumicino 11, Forlì 11 e Como 11 . Agrigento quindi si posiziona al primo posto nella graduatoria nazionale delle città tra i 50 e 150 mila abitanti per numero di eventi meteo estremi dal 2015 a settembre 2025. Agrigento viene citata come esempio di area urbana dove la tropicalizzazione del Mediterraneo si manifesta con chiarissime ricadute: più fenomeni estremi, condizioni idrogeologiche critiche, necessità di rafforzare governance e politiche di adattamento tempestive.

I fenomeni più ricorrenti sono:

  • Piogge torrenziali con allagamenti urbani, che hanno coinvolto interi quartieri e causato danni gravi alle infrastrutture.​
  • Raffiche di vento e trombe d’aria, meno frequenti ma in aumento.
  • Esondazioni di bacini minori attorno al nucleo urbano.

Nella sola Sicilia, secondo gli ultimi dati 2024-2025, si sono verificati 43 episodi di siccità, allagamenti o esondazioni; Agrigento risulta particolarmente vulnerabile per le condizioni geografiche e l’urbanizzazione.​

Allagamenti cittadini

Le segnalazioni di allagamenti, in particolare nelle zone di San Leone, Villaggio Mosè, Cannatello e sul viale Falcone-Borsellino, sono ormai croniche dopo ogni pioggia intensa. Le criticità derivano sia dalla scarsa permeabilità del suolo sia dall’inadeguatezza e dalla scarsa manutenzione delle reti di deflusso urbano, problema noto e spesso denunciato dagli stessi residenti e operatori locali.​Il rapporto evidenzia come la risposta delle amministrazioni locali sia rallentata dalla mancanza di strategie chiare e piani di adattamento strutturati, con la maggioranza dei comuni di fascia simile ancora privi di una pianificazione climatica.​

Azioni raccomandate e governance

Il report sottolinea l’urgenza, per città come Agrigento, di dotarsi di strumenti efficaci: pianificazione urbanistica aggiornata, gestione avanzata delle acque piovane e sistemi di drenaggio, opere per aumentare la resilienza del territorio.​Viene richiesto un maggiore coordinamento tra amministrazione locale e investimenti da parte del governo centrale, sia in prevenzione sia in interventi di ripristino e messa in sicurezza.​

Provvedimenti delle autorità e pianificazione

Nonostante la frequenza e la gravità delle emergenze, la risposta pianificatoria resta frammentaria:

Solo il 32% dei comuni italiani tra 50 e 150 mila abitanti solo pochi dispongono di piani o strategie di adattamento climatico; Agrigento non risulta all’avanguardia su questo fronte.​  Servirebbero interventi di lungo termine sul territorio: aumento della permeabilità del suolo, divieti edili in aree a rischio, creazione di vasche di accumulo e sistemi di drenaggio più efficienti.​ La manutenzione ordinaria delle reti urbane rimane uno dei nodi principali da sciogliere per una reale resilienza urbana di Agrigento.​