Il gruppo parlamentare DC, con il capogruppo Carmelo Pace, propone di limitare il voto segreto alle sole materie costituzionali e personali. «È il momento di assumersi le responsabilità alla luce del sole.»
L’Assemblea Regionale Siciliana si prepara a discutere una proposta destinata a cambiare profondamente le dinamiche politiche interne. Il gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana, guidato dal capogruppo on. Carmelo Pace, ha infatti depositato un disegno di legge per l’abolizione del voto segreto su tutte le materie che non riguardino i diritti e le libertà fondamentali delle persone.
La proposta, firmata anche dagli onorevoli Abbate, Auteri, Giuffrida e Marchetta, nasce in coerenza con le decisioni assunte all’unanimità nel recente vertice di maggioranza presieduto dal governatore Renato Schifani, dopo le tensioni in Aula che avevano portato, tramite il voto segreto, alla bocciatura di buona parte della manovra “quater” e di provvedimenti considerati strategici per la Sicilia.
«Questa norma – spiega Pace – introduce espressamente il voto palese quando il Parlamento è chiamato a esprimersi su bilancio, tributi e materie contributive. L’obiettivo è garantire massima trasparenza agli occhi dei cittadini e allo stesso tempo tutelare la libertà di espressione e il legittimo dissenso.»
I deputati della DC sottolineano come il voto segreto sia stato spesso utilizzato in modo distorto, divenendo uno strumento per “giochi di palazzo e inciuci sulla pelle dei siciliani”.
«Con lo scrutinio segreto – aggiungono – si sono sistematicamente affossati provvedimenti fondamentali per il lavoro, per le imprese e per i Comuni. È accaduto con la riforma delle Province, con quella dei Consorzi di bonifica, con gli interventi contro la siccità e con le misure a sostegno dell’agricoltura. Un abuso che ha reso il voto segreto un meccanismo di sabotaggio politico.»
La DC propone dunque di allineare il regolamento dell’ARS ai criteri in vigore a Camera e Senato, dove lo scrutinio segreto è ammesso solo per provvedimenti che incidono su diritti e libertà fondamentali, sulle questioni di famiglia, sulla persona, o su atti di natura interna come le modifiche al regolamento e l’istituzione di commissioni d’inchiesta.
«È giunto il momento – si legge nella nota del gruppo parlamentare – di assumersi le proprie responsabilità politiche alla luce del sole, senza la stampella dell’anonimato. Il Parlamento regionale deve essere un luogo di confronto limpido e trasparente, non un poligono per il tiro al piattello.»
Il gruppo della Democrazia Cristiana ribadisce inoltre la propria lealtà al governo Schifani, ricordando che in Aula ha sempre votato coerentemente nell’interesse dei cittadini e della stabilità dell’esecutivo.
«Con questo disegno di legge – conclude Pace – vogliamo restituire al Parlamento siciliano credibilità e dignità politica, ponendo fine a pratiche che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.»
La proposta rappresenta un testo aperto al confronto, disponibile per ulteriori integrazioni e miglioramenti da parte del Governo regionale e degli altri gruppi parlamentari.

