Aumenti all’11,40% già in bolletta, delibera ATI 29/04/2025 alla mano. ARERA ha sanzionato, la Consulta ha incontrato il Prefetto. E spuntano deleghe tra sindaci in violazione dello Statuto.

Agrigento —
Premesso che, per quanto e come scritto nel documento congiunto diffuso da ATI Idrico AG9 e AICA, a nostro avviso ricorrono gli estremi di calunnia e diffamazione, nonché profili di intimidazione e minaccia personalmente imputabili ai firmatari e nella loro qualità di rappresentanti degli enti, mettiamo in fila atti, cifre e norme.

1) La “replica” non è neutra: la firmano in tre soggetti distinti

La nota ufficiale porta tre firme: ATI (assemblea dei sindaci, cioè il “controllore”), AICA (il “controllato”) e il CdA di AICA (organo amministrativo autonomo). Una sovrapposizione istituzionale che annulla la separazione dei ruoli e produce un evidente conflitto d’interessi, specie se usata per “smentire” la stampa e minacciare azioni legali. AICA e ATI AG9_smentite ufficiali e azioni legali contro la diffusione di notizie false e diffamatorie_def

2) Loro dicono “+5,41%”: ma il +11,40% 2025 è deliberato e… pagato

Nel comunicato si legge che “l’incremento reale è del 5,41%” e che il resto sarebbe “falso”. Ma la Delibera ATI n. 3 del 29/04/2025 1746628104476_delibera_assemblea_n._3_del_29_04_2025  approva la traiettoria MTI-4 2024-2029 con il moltiplicatore θ così riportato:
1,054 – 1,114 – 1,127 – 1,143 – 1,160 – 1,182 (2024→2029).
Vuol dire che per il 2025 è θ=1,114 (ossia +11,40%). La delibera è dichiarata immediatamente esecutiva e da trasmettere ad ARERA.

Nei fatti: le bollette/fatture di agosto-settembre già riflettono il +11,40%, ed è ciò che gli utenti hanno pagato (potendo comunque chiedere rimborso/riconciliazione).

Valori riscontrati (esempi reali, domestico residente)

  • Acquedotto I fascia:0,656/mc (prima 0,5887)

  • Acquedotto II fascia:0,8630/mc (prima 0,7746)

  • Fognatura:0,235/mc (prima 0,211)

  • Depurazione:0,8470/mc (prima 0,7607)

  • Quote fisse (acquedotto/fognatura/depurazione): +11,40%

Non residente / Artigianale-Commerciale (estratto):

  • Acquedotto:2,5120/mc (prima 2,2546)

  • Fognatura:0,235/mc (prima 0,211)

  • Depurazione:0,8470/mc (prima 0,7607)

  • Canone fisso idrico:55,80 (prima € 50,09)

Su tutto si somma l’IVA calcolata sul maggior imponibile: altro costo immediato per famiglie e imprese.

3) ARERA e Corte dei Conti: ciò che la replica non dice

  • ARERA non ha approvato le tariffe applicate 2022-2024.

  • Con le delibere ARERA n. 225/2025 e n. 277/2025, l’Autorità ha comminato penalità complessive di € 2.757.187 per gravi inadempienze su Qualità Tecnica e Qualità Contrattuale del servizio nelle annualità 2022-2023.

  • La Corte dei Conti – Sezione di Controllo (7 agosto 2025) ha rilevato carenza documentale sulle tariffe deliberate il 29/04/2025 (mancavano i presupposti informativi e giustificativi previsti per legge). Ad oggi non risulta che tali obblighi di rigorosa informazione siano stati adempiuti.

In parallelo, AICA non ha approvato né pubblicato il bilancio 2024 (oltre 5 mesi di ritardo), e non risultano i previsionali 2025 e 2026. È legittimo chiedersi se conguagli da +5,41% (2024) e +11,40% (2025) — che attendono il vaglio ARERA — siano stati o stiano per essere contabilizzati tra i ricavi: sarebbe un azzardo contabile con profili di illegittimità e responsabilità.

4) Prefetto Caccamo e Consulta: i fatti, non le versioni

Nel frattempo, la Consulta delle Associazioni — che lo Statuto ATI, art. 48 comma 5-bis, qualifica con funzioni di ascolto, informazione, controllo, concertazione e dibattito sul SII — è stata fatta fuori.
I Componenti della Consulta hanno incontrato S.E. il Prefetto, dott. Salvatore Caccamo, in un confronto istituzionale (cordiale, puntuale e pacato) proprio su trasparenza, poteri e corretta applicazione dello Statuto.
Scrivere che la Consulta “non aveva poteri di controllo” è smentito dallo Statuto stesso.
E togliere di mezzo l’unico organo civico di garanzia ha lasciato i cittadini senza difesa.

5) Deleghe tra sindaci: profilo di illegittimità che pesa sulla delibera

Dalle verifiche documentali risultano casi in cui sindaci hanno delegato altri sindaci di comuni diversi a rappresentarli e votare in assemblea ATI (riunione del 29/04/2025 compresa).
È prassi vietata dallo Statuto: il Sindaco può farsi sostituire soltanto dal Vicesindaco o da un Assessore con delega del proprio Comune, non da un primo cittadino di altra città.
Questo mina la legittimità del voto e può rendere viziata/annullabile la delibera tariffaria che oggi produce +11,40% in bolletta.

6) “AICA paga tutto e non è al collasso”? I numeri dicono altro

La replica sostiene che “AICA paga stipendi e fornitori, non è al collasso”. Eppure — secondo elementi verificati — a settembre sarebbe stato saldato solo ~1/3 di una fattura Siciliacque da ~€1 milione (circa €300.000).
Sullo sfondo: perdite d’esercizio cumulate >€6,3 mln (2021-2023), crediti verso Comuni soci per svariati milioni, cassa tesa e rating deteriorato che spiega il rifiuto della proposta transattiva.


Le nostre richieste (e i passi che compiamo ora)

1) Trasparenza immediata:

  • pubblicazione integrale dei bilanci 2024, previsionali 2025-2026, allegati e piani industriali;

  • pubblicazione degli atti ARERA sul procedimento tariffario 2024-2029;

  • ripristino della Consulta con piene funzioni (art. 48, c. 5-bis).

2) Verifica di legittimità:

  • controllo sulla validità del voto del 29/04/2025 (deleghe tra sindaci in violazione dello Statuto);

  • verifica su conguagli e registrazioni contabili legate agli incrementi +5,41% (2024) e +11,40% (2025) prima del vaglio ARERA.

3) Tutela degli utenti:

  • Chi ha pagato bollette con aumenti del 5,41 % (a conguaglio dei consumi 2024), e del 11,40 (consumi 2025) può chiedere ricalcolo/ristoro e congelare gli effetti in attesa di definizioni ARERA/Prefettura;

  • sportello dedicato per assistenza su reclami, accesso atti, rimborsi e conciliazioni.


Invii formali (annuncio)

Questo dossier — non “nota stampa”, ma documento giornalistico con atti — viene trasmesso ufficialmente a:

  • Presidente della Regione Siciliana, on. Renato Schifani;

  • Prefetto di Agrigento, dott. Salvatore Caccamo;

  • Procura della Repubblica di Agrigento;

  • Presidente del Tribunale di Agrigento (per profili di tutela del consumatore e dell’ordine pubblico economico).

Siamo pronti a tutto ciò che è lecito per difendere cittadini e imprese da aumenti non approvati, procedure viziate e una gestione opaca che scarica i propri problemi in tariffa.


Allegati per le redazioni / Autorità